REMARK: USB-Type
C is indeed a very robust “dual role” connector, i.e. it can work either as
INPUT or OUTPUT, it’s reversable and so far it can be plugged whatsoever
upside-down, it can well implement all specs relevant to USB-2.0/3.0/3.1, it
can implement USB PD-Power Delivery specs and within them e.g. proprietary
Qualcomm QC-Quick Charge specs according to which it’s possible to
automatically “negotiate” precise exchange electrical parameters between the
“primary power charger” and the “device to be charged” … that allowing e.g.
some transfer power improvements with values such as 5V/3A – 9V/2A – 12V/1.5A …
ie something around 18W!
Dunque capacità (mAh/Wh) e tempo di ricarica sembrerebbero essere i due criteri
fondamentali di cui tener conto nella scelta di un Power Pack. Seguono a ruota
numero/tipologia di porte in ingresso e uscita, implementazione della funzione
pass-through, dimensioni, peso, costo, ecc..
A mio avviso un ingresso,
possibilmente USB-Type C, e un paio di uscite sono più che sufficienti.
Il
pass-through serve e non serve, anzi secondo me non serve a niente.
Per
quanto riguarda la velocità di ricarica, fattore decisamente determinante
nell’utilizzo di un Power Pack durante un viaggio in bici, alla luce
dell’emergente interfaccia USB-Type C che consente cospicui trasferimenti di
potenza nelle due direzioni (input-output), sia ANKER che RAV offrono oggi nuovi
Power Pack con capacità e tempi di ricarica di tutto rispetto.
Non conosco il
Voltaic, conosco invece piuttosto bene il Powergorilla che oltre ad essere
caricato da rete può benissimo essere interfacciato ad un pannello solare con
uscita da 15 a 20V (circa).
A tal proposito interessante la sua funzione
MPPT-Maximum Power Point Technology che gli consente di “inseguire”
elettronicamente e così ottimizzare la potenza fornita dal pannello in ciascun
momento.
A parte il Powergorilla che uso ormai da tempo, voglio sottolineare
che buona parte di ciò che ho scritto è basato su istruzioni e relativi
data-sheet spesso poco chiari, confusi e per di più in continua evoluzione.
Tra le cose poco chiare una delle più antipatiche riguarda il così detto
“carico minimo” ovvero quel minimo di mA che un dispositivo deve assorbire
affichè la porta USB del Power Pack rimanga attiva.
Per l’ANKER p.e. da
qualche parte c’è scritto “not compatible with devices with an input below
50mA”. Ciò significa che se usate il Power Pack per alimentare p.e. un GPS
che consuma meno di 50 mA, il Power Pack ad un certo punto, “pensando”
erroneamente che il GPS è scollegato, si spegnerà !!!
Nella tabella
qui sotto, per avere apparecchiature simili da confrontare, ho preso
esclusivamente in esame Power Pack da 20000 mAh in su. Nulla vieta tuttavia di
orientarsi su taglie più piccole.
*nel decidere l’eventuale acquisto di un Power Pack vale la pena soffermarsi sul
significato della sigla “PD” che comincia ad apparire sempre più spesso a fianco
del nome del Power Pack medesimo.
“PD” sta per Power Delivery che è un nuovo
standard USB che stabilisce il minimo di potenza che l’interfaccia USB deve
essere in grado di gestire; nei sistemi citati sopra se non sbaglio vale 30W ma
il vero Power Delivery può arrivare a 100W!!
**va precisato che USB-Type
C non è un nuovo tipo di USB, la “C” si riferisce esclusivamente al connettore;
è senz’altro più robusto degli altri, è reversibile ovvero lo potete inserire
indipendentemente da come è orientato, è “dual role” ovvero può funzionare sia
come input che come output. Per quanto riguarda tutto il resto può "accogliere"
le specifiche di USB-2.0/3.0/3.1 ecc. ecc.